La connettività è una qualità fondamentale del nostro tempo: ecco perché sempre più auto adottano tecnologie che permettono una connettività avanzata. Ma quali sono i vantaggi di guidare un’auto connessa e quali sono gli svantaggi? Scopriamolo insieme
Il concetto di auto connessa non è assolutamente futuristico: molti dei nostri veicoli sono infatti già predisposti per interfacciarsi autonomamente con una rete internet o una rete dati in genere. Si stima infatti che, al giorno d’oggi, già il 40% dei veicoli che circola in Italia sia connesso alla rete, anche se non si sfruttano tutte le potenzialità.
Molte auto sono poi connesse alla rete anche se di vecchia generazione. Da qualche anno, infatti, le compagnie assicurative installano sulla batteria dell’auto un box GPRS per monitorare una serie di parametri. Anche queste diventano, quindi, connected cars. C’è poi da sottolineare come, dal 2022, tutte le auto dovranno avere una connessione minima alla rete. Una recente normativa europea obbliga i costruttori a installare il pacchetto ADAS su tutti i nuovi veicoli. Ciò che interessa maggiormente l’utente, però, sono i servizi di cui può usufruire nella vita di tutti i giorni. Vediamo quali sono.
Le funzioni più popolari delle connected cars
Le auto di recente costruzione sono pronte per ospitare le SIM virtuali (cosiddette e-SIM) e quindi posseggono tutti i requisiti tecnici per accedere alla rete 5G. Questa caratteristica tecnica permette di rendere la propria auto funzionale esattamente come lo smartphone. Ma non è solo l’infotainment a venir migliorato, anche l’esperienza di guida risente positivamente della connettività.
Grazie alla rete è diventato possibile implementare sistemi di rilevamento intelligente, coordinare l’azione dei sensori perimetrali, ma anche favorire la "comunicazione" autonoma fra due veicoli dotati della medesima tecnologia. La connettività delle auto entra in gioco anche nella sicurezza stradale. Grazie alle innovazioni tecniche è stato possibile utilizzare su larga scala l’alert per la stanchezza del conducente, la gestione automatica dell’illuminazione esterna (fari) e interna (luce dell’abitacolo).
Ancora più interessante, anche se ancora meno diffusa, è l’interazione fra due auto smart. Stabilendo una connessione, l’auto potrà settare i parametri relativi al consumo di carburante, allo stile di guida consigliato, nonché raccogliere informazioni sul traffico stradale e sul limite di velocità. Il Machine Learning applicato all’automotive renderà possibile, infine, anche sapere quando fare manutenzione preventiva. In un futuro non troppo lontano non ci sarà più l’esigenza di correre dal meccanico con urgenza. Sapremo in largo anticipo quali sono le componenti giunte a fine ciclo.
Problemi di privacy?
Alcuni esperti del settore hanno però richiamato l’attenzione sul tema della privacy. I dati raccolti dal veicolo permettono comunque di risalire indirettamente alle abitudini dell’automobilista. Queste potrebbero quindi essere utilizzate a scopi promozionali: ad esempio il veicolo potrebbe segnalare l’esercizio commerciale più vicino interpretando i dati raccolti durante la marcia.
Questa è la ragione per cui il GDPR, la normativa europea sulla protezione dei dati, si applica anche in questo campo. Il regolamento, di per sé abbastanza stringente, dovrebbe essere sufficiente a proteggere la privacy degli automobilisti tramite lo strumento del consenso informato.